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Guardo WhatsApp, in particolare il profilo della persona che andrò ad intervistare e mi colpisce la frase che accompagna la sua foto, che è quella che da’ il titolo a questa storia: “Pratica gesti casuali di gentilezza e atti insensati di bellezza”, della scrittrice Anne Hebert. È la così detta Serendipity, cioè la fortuna (ma anche la capacità) di trovare qualcosa di valore e di piacevole mentre non lo si sta cercando. Dalla fusione della parola Serendipity con la parola Life nasce la nostra protagonista: Serendilife, una linea no profit di cosmetici creata ad hoc per le persone che stanno affrontando un percorso terapeutico in oncologia. Creme, detergenti, burro di cacao progettati appositamente per quelle epidermidi già provate dall’impatto della cura farmacologica; come l’olio gel prodotto per lenire il disagio che si crea alla cute a causa del contatto prolungato con la parrucca. Dietro questo piccolo miracolo c’è la forza di tre amiche: Stefania Caparrini, biologa, Elisa Maccagni, chimico e Francesca Cecconi estetista specializzata in trattamenti di benessere e bellezza su persone in terapia oncologica.
La linea viene affidata a Francesca e Veronica Baronti – due estetiste esperte – che all’ospedale San Giuseppe di Empoli offrono le loro competenze alle donne che si stanno curando ( in modo gratuito grazie ai fondi raccolti dall’associazione Astro Onlus di Empoli). Perché una donna ha diritto di sentirsi viva, di sentirsi una persona prima che un paziente. Mi viene da pensare ad un’altra donna, la naufraga Josefa,salvata da una ONG: le volontarie le hanno smaltato le unghie per distrarla e per farla parlare dopo lo shock di essere finita per ore in acqua. Anche lei, come ogni donna ha il diritto di sentirsi viva. Poi si entra in un’altra questione: la vergogna di essere ammalata. Che nella società attuale dove si vive come se si fosse sempre in posa su instagram, è un qualcosa che – purtroppo – ci sta. La malattia – racconta Stefania- ferma tutto e ti fa riscoprire l’importanza della vita e dei piccoli gesti. Noi siamo partite cercando di dare un sostegno a tutte queste donne, offrendo un prodotto di qualità a prezzi accessibili. Studiamo i nostri prodotti come se dovessimo darli ad una persona cara, ad un’amica. Sembrava un’utopia ma si sta realizzando. La Linea Serendilife è no profit e serve a finanziare la gratuità del servizio di estetica oncologica del San Giuseppe di Empoli. Francesca è la più emotivamente esuberante delle tre amiche, ammette che non riesce a mettere una barriera fra lei e le “sue” donne. Perché è lei, insieme alla sua collega Veronica, che apre la porta dell’ambulatorio di estetica oncologica: sono loro che trattano donne guerriere e sono sempre loro che ne ascoltano i desideri, paure e speranze. Il loro lavoro non è curare le persone , bensì prendersene cura. Perché la cura del tumore si associa spesso solo alla caduta dei capelli ma gli effetti collaterali sono ben altri: gonfiore agli arti, unghie che si spezzano, pelle che si infiamma; è qui che i prodotti Serendilife intervengono mettendo tutta la loro funzionalità a disposizione di chi ha una cute che mal tollera la parrucca o di chi non riesce più ad indossare le scarpe dal dolore. In realtà – continua Francesca – i capelli dopo la cura sono i primi a ricrescere mentre per pelli ed unghie il discorso è più delicato. Gli effetti collaterali cutanei sono meno visibili dall’esterno ma non per questo meno fastidiosi: se non riesci a camminare non puoi andare a lavorare, se le tue unghie sono doloranti la tua qualità di vita sarà peggiore. E per offrire un prodotto quanto più delicato, bisogna studiare e saper centellinare ogni “ingrediente” : Si – aggiunge Elisa – stiamo parlando di persone non sane e già trattate con molti farmaci. Il prodotto deve essere “coccoloso”, visto che la componente endorfinica nei cosmetici è altissima. Il cosmetico deve servire alle persone a ritagliarsi un piccolo spazio per se stesse lontano dalla malattia, allontanandola dalla loro testa.Il messaggio del servizio di estetica oncologica si diffonde con il passaparola e spesso succede mentre queste donne stanno facendo la chemioterapia, parlando tra loro. Grazie al passaparola molte donne ne stanno usufruendo . Se questo non è “praticare gesti causali di gentilezza e atti insensati di bellezza”, cosa lo è?