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La speculazione in un momento di fragilità come questo non può essere accettata: questa convinzione è stata la molla che ci ha fatto iniziare l’iter produttivo, in tempi molto rapidi. Modalità che solo una sinergia di persone che lavorano con lo stesso intento poteva sostenere”.
Chi parla è Stefania Caparrini, titolare de “Le Antiche Mura”, azienda con sede a Corniola, che conta quindici persone all’attivo e si occupa di produzione conto terzi di cosmetici.
In questi giorni di emergenza coronavirus, però, si è messa a produrre gel detergente igienizzante, uno dei prodotti più richiesti a causa del dilagare del contagio.
“A fine febbraio – racconta Stefania Caparrini – abbiamo visto crescere in modo esponenziale il costo dell’Amuchina: sul web si leggeva di 190 euro per 80 millilitri. E in città gli igienizzanti erano introvabili. Per questo abbiamo deciso di intervenire: ognuno può fare la sua parte mettendo a disposizione della comunità ciò che può”.
Il cuore produttivo della ditta ha cambiato rotta, concentrandosi sul ricercatissimo gel. “A oggi – spiega Alessandro Italiani, responsabile reparto produttivo – sono stati realizzati circa 15mila litri, una media di mille litri al giorno e la previsione per il prossimo mese è ancora più alta. Per dare un’idea, il consumo dell’alcol, in questo periodo, è pari a quello che la nostra azienda ha in un anno. L’obiettivo è riuscire a rispondere prontamente alle richieste del nostro territorio”. Sì, perché Le Antiche Mura ha selezionato la propria ‘clientela’. “Abbiamo rifiutato commesse per un totale di 200mila pezzi – ammette la titolare – perché la linea che abbiamo pensato è rivolta a coloro che ne hanno necessariamente bisogno, vedi operatori sociosanitari, medici, centri di analisi cliniche, consumatori che possono reperire il prodotto attraverso le farmacie, aziende che continuano a lavorare per il bene di tutti noi. E poi ci sono corrieri, volontari delle associazioni, case di risposo, cooperative. Il nostro scopo è riuscire ad arrivare alle fasce più bisognose”. Una scelta di cuore prima che commerciale tutt’altro che semplice da portare avanti visto che “è molto complesso l’approvvigionamento delle materie prime: nessuno era pronto a questo scenario, sotto ogni aspetto, sanitario, emotivo commerciale”, tuttavia “il gruppo di lavoro è stato molto unito e, nonostante la stanchezza, non si è risparmiato”. Morale della favola, “le giornate sono molto intense – sottolinea Adriana Mancini, responsabile commerciale – Torniamo a casa stanchi e lì ci sono i familiari che, nonostante non dicano niente, possono non condividere la nostra scelta di venire al lavoro. Ma abbiamo una missione e c’è bisogno anche di noi”. Il messaggio? “Facciamo vincere l’amore sulla paura. Usiamo atteggiamenti responsabili per i nostri cari e la collettività, nel rispetto di medici e personale sanitario che rischiano la vita per noi e nel rispetto delle vittime che l’Italia in questi giorni sta contando”.